giovedì 2 febbraio 2017

ARCHEOGASTRONOMIA di Giacomo Dallorto

Anche quest’anno con il professor Vannucchi abbiamo svolto l’attività di archeogastronomia rivisitando quattro tipi di dolce di quell’ epoca.
Il professore ci ha mostrato in classe la cucina di quel tempo e ci ha fatto vedere anche alcuni video di riproduzioni di quei dolci.
Le ricette erano:Budino al limone, Pesca melba, Tarte Tatin e il Bianco mangiare alle pesche.
Per questo lavoro potevamo disporci in dei gruppi a nostra scelta, io mi sono messo in un gruppo di 3 con il mio amico Riccardo e Gabriele.
A scuola ci siamo confrontati per scegliere il dolce da fare, subito eravamo convinti per il budino al limone, ma poi ci abbiamo ripensato perché avevamo non moltissimo tempo e la cottura del limone richiedeva ben due ore.
Quindi abbiamo deciso di fare la Tarte Tatin perché ci ispirava come dolce e la preparazione non era lunghissima, allora ci siamo messi d’accordo per il giorno.
Questo dolce sarebbe originario di Lamotte-Beuvron: un piccolo comune francese nel centro dove le sorelle Stephanie e Caroline Tatin gestivano un ristorante che adesso esiste ancora sotto il nome di ‘Hotel-Restaurant Tatin’.
Un giorno una delle due sorelle mentre preparava una torta di mele si dimenticò di mettere la pasta brisè al di sotto della torta, lasciandi così caramellare le mele nel burro e nello zucchero. Per rimediare mise la pasta brisè sopra il composto e capovolse il tutto in un piatto, i clienti apprezzarono la torta che da lì prese il nome di Tarte Tatin.
Mercoledì siamo andati a casa d Gabriele visto che il dolce era da portare a scuola per il giorno dopo, quindi io e Riccardo siamo anche scesi alla sua fermata.
Abbiamo fatto pranzo, poi ci siamo riposati per circa mezz’oretta e dopo di che ci siamo messi all’opera.
Prima di iniziare abbiamo radunato tutti gli ingredienti in modo da essere sicuri che non ci mancasse nulla, poi abbiamo iniziato facendo scioglliere il burro a bagno maria.
Successivamente lo abbiamo messo in un recipiente e dopo aver pesato zucchero a velo e farina li abbiamo versati, dopo abbiamo messo un uovo sbattuto e un pizzico di sale e abbiamo mescolato.
Pian piano si è formata una palla di pasta frolla, che abbiamo steso e poi messo a cuocere.
Nel mentre abbiamo fatto il caramello con zucchero e burro fuso, poi abbiamo sbucciato delle mele e le abbiamo messe in dei pirottini sopra uno strato di caramello.
Quindi li abbiamo messi a cuocere in forno per circa mezz’ora, la pasta brisè invece era già pronta, quindi con un bicchiere abbiamo creato dei piccoli dischetti di circa 10 cm.
Successivamente abbiamo tolto dal forno le mele, quindi per ognuna abbiamo messo sopra un dischetto di pasta brisè, quindi a quel punto il dolce era finito e allora abbiamo messo il tutto in frigo per conservarsi.
Il giorno dopo a scuola abbiamo fatto un assaggio di ogni dolce e noi alunni siamo stati tipo una giuria perché abbiamo dovuto dare una valutazione da 1 a 5 per ogni dolce.
Mi è piaciuta molto questa attività anche se sapevo già abbastanza com’era perché la avevamo già fatta l’anno scorso. E’ stato comunque sempre molto interessante rivisitare la cucina borghese e provare a cucinare i piatti dell’epoca.



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