venerdì 10 febbraio 2017

Relazione archeogastronomia
Il giorno 26 gennaio a scuola abbiamo fatto un laboratorio di archeogastronomia che consiste nel cucinare ricette date dal professore e portarle a scuola così che facciamo un assaggio tutti insieme. Quest'anno sia io che tutti i miei compagni abbiamo aderito a questo progetto a me sembra una bella idea e diversa da quello che solitamente facciamo a scuola.
Il giovedì 26 gennaio a scuola abbiamo portato per il laboratorio di archeogastronomia le ricette: Il Bianco Mangiare alle pesche , Il Budino al Limone , La Tarte Tain e La Pesca Melba, a differenza dell'anno scorso sono erano tutti dolci vicini a noi, a noi nostri tempi.
Il gruppo con cui ho lavorato era formato da Flavio, Federico, Emanuele, Gabriele Mollo e me. Inzialmente la nostra idea era di fare il biancomangiare alle pesche e la tarte tatin, ma poi abbiamo scelto di fare solo la tarte tatin, perchè ci sembrava più facile. Il nostro dolce dopo vari tentativi ci è riuscito anche se non come volevamo noi.
Il giorno dopo sembrava di essere in “paradiso” c'erano tantissimi dolci per tutti i gusti, non vedevamo l'ora di inziare.
L'assaggio dei dolci è stato molto bello e interessante,mi sono piaciuti tutti i dolci, tranne il nostro, non era come lo volevamo noi e sono rimasto abbastanza dispiaciuto, ma almeno ci eravamo divertiti il giorno prima nella preparazione.
Mi è piaciuta molto questa esperienza, perchè è stato molto divertente, visto che ci siamo trovati in gruppo e poi al posto di fare una lezione normale si assaggiano dei dolci, alcuni molto buoni.
Se potessi lo rifarei molto volentieri e spero che negli anni passati questo laboraratorio continui nella nostra scuola.


Come l’anno scorso anche quest’anno si è svolto il laboratorio di archeogastronomia con il professor Vanucchi. Durante la prima lezione che si è svolta il 19 gennaio 2017 il professore ci ha presentato i vari tipi di cucina che però ormai non fanno parte della storia ma più che tutto quasi dell’attualità. Durante l’introduzione il docente ci ha illustrato i vari tipi di cucina ma non solo, anche l’evoluzione dei tipi di servizio dei piatti: l’evoluzione si è svolta in un arco di tempo molto ristretto ma il cambiamento è stato a dire poco significativo, infatti si è passato dal buffet al servizio del cibo con delle porzioni già fatte separate però da il servizio dei piatti tramite dei vassoi dentro i quali veniva posto il cibo e poi distribuito con spatole e altri arnesi. Oltre a questo come detto prima il professor Vanucchi ci ha mostrato i tipi di cucina che si sono sostituiti fino ad arrivare all’ attuale cucina moderna che si basa su un piatto veloce di corta durata come può essere il kebab o un panino nei entri di alimentazione più sfruttati come può essere l’attuale Mc Donald’s o il Burger King. Oltre a quello però si è anche parlato di cucina basata sull’ illusione che si forma credendo ad esempio che quello che abbiamo davanti possa essere un tipo di cibo ad esempio salato ma in realtà si tratta di un cibo dolce che però è formato da veri alimenti che lo fanno assomigliare all’ cibo che noi percepiamo vedendo il piatto. Sempre nella prima lezione il professore ci ha mostrato quattro ricette di vario genere che sarebbero state le ricette d riprodurre a casa in gruppo oppure da soli facendo si che ogni persone portasse un alimento che tutti insieme assaggiavamo e al quale davamo un giudizio tramite un punteggio che partiva da uno e arrivava a un massimo di cinque. Durante questo assaggio mi sono divertito molto perché ognuno aveva messo in mostra le proprie abilità che in alcuni risaltavano di più e in altre di meno. Comunque il lavoro come l’anno scorso è stato svolto da tutti dimostrando così un grande partecipazione generale. Secondo me abbiamo fatto tutti un buon lavoro be certo c’è chi ha fatto di più e chi con alcune difficoltà è arrivato comunque a un discreto successo. Però mi dispiace che sia l’ultimo anno in cui lo facciamo però c’è da dire che in queste quattro ho imparato molte cose sulla cucina sia moderna che antica.


Questa è la ricetta di Anna Merlo, classe 3C, Scuola Media Pocapaglia

giovedì 9 febbraio 2017

Quest'anno come lo scorso,abbiamo fatto il laboratorio di Archeogastronomia, una cosa che mi entusiasma sempre. Esso si è svolto in due lezioni: nella prima ci è stato spiegato molto bene dal professore come si mangiava nell'antichità e come si è evoluta la cucina. Infatti dal 1500 circa (periodo in cui è iniziata la spiegazione),al 1900 i piatti sono cambiati tantissimo. Prima i dolci, ad esempio,  si cucinavano con spezie adatte a cibi salati come pepe, zafferano o a volte peperoncino ma poi sono divenuti veramente solo cibi dolci. Adesso un cibo veramente zuccherato è la Nutella, è certamente una cosa dei giorni nostri però il vero concetto di solo zucchero è espresso in modo giusto. Un esempio di cibo veramente dolce di circa 150 anni fa è la pesca melba , inventato da uno chef in omaggio ad una cantante chiamata appunto Melba e questo piatto è estivo, è a base di gelato e pesca con una salsa di lampone e delle mandorle per guarnire. Per questa ricetta ci è stato assegnato dal professore di riprodurla. Poi un'altra è stata la Tarte Tatin, anche lei di grande importanza storica, si cerca di rifare in tutto il mondo e piace a molte persone. Anche noi abbiamo dovuto ricucinarla o meglio non dovevamo, ma era una delle possibilità. Essa è composta per la maggior parte da mele cotte dentro al caramello e poi una friabile festa frolla la rende croccante e molto buona. Il terzo è stato il budino di limone che se riprodotto bene è soffice e sembra quasi una nuvola ma se non è così qualcosa è andato male e magari farà "schifo". È un dolce in cui si incontrano molti sapori infatti al suo interno ci sono l'amaro del rum, l'aspro del limone e un ventata dolce delle mandorle e dello zucchero. Poi quarto e ultimo c'è il biancomangiare, una ricetta composta da molti strati fatti con panna, pan di Spagna, pesche, amaretti e per concludere altra panna, questo è un dolce che avrei voluto assaggiare ma nessuno nella mia classe lo ha riprodotto. Invece sono state molte le Tarte Tatin e il mio gruppo composto da me, Giacomo Dallorto e Riccardo Tibaldi ovviamente la ha anche cucinata. Il giorno in cui la abbiamo fatta è stato molto divertente però la preparazione è stata difficile. Infatti soprattutto la cottura del caramello è stata lenta e complessa perché se lo zucchero fosse cotto troppo poco sarebbe stato troppo dolce e invece troppo cotto avrebbe avuto un gusto molto amaro e sgradevole. La pasta frolla subito avevamo paura che non ci fosse venuta ma poi ci siamo tolti un peso e assaggiandola era buona. Poi il giorno dopo in classe ci fu un grosso problema : non si staccavano dagli stampini ma il gusto era molto buono e in una scaletta da 1 a 5 i nostri compagni ci hanno dato 3 o 4. Questo è stato un laboratorio diverso dal solito in cui non solo si scriveva o si leggeva qualcosa ma si mangiava anche e io già lo considererei molto bello solo per questo ma poi ci è anche stata collaborazione tra noi compagni ed è stata una bella giornata. È una buona invenzione questa  da parte del professore perché un piccolo paese come Pocapaglia può vantarsi di fare un laboratorio dove si cucina e dove si mangia pur non avendo una scuola specializzata in questo. Quindi consiglierei questo corso a molte persone e lo rifarei altre volte perchè non solo si mangia ma si scoprono anche tante cose sul cibo antico.
Martedì 21 gennaio 2017 abbiamo reintrodotto il laboratorio di archeogastronomia già svolto l’anno scorso. Quest’anno ,però, abbiamo cercato di riprodurre e spiegare le ricette di un’età più vicina a noi .Da subito ci siamo messi d’accordo io ,Giacomo e Gabriele e tra le 4 ricette proposte noi abbiamo deciso di fare la Tarte Tatin ,una ricetta francese fatta la prima volta da Caroline e Sthepanie Tatin creata nell’hotel Tatin collocato nel centro della Francia. Noi però abbiamo usato la ricetta più recente di Paul Bocuse che l’ha rivoluzionata con prodotti più semplici. Ho notato che dall’anno i prodotti per compore il dolce sono molto più semplici ma i procedimenti sono molto più complicati e difficili. Oravi racconterò, passaggio per passaggio, la composizione di questo dolce.
Mercoledì, il giorno prima dell’assaggio finale ci siamo trovati a casa di Gabriele e siamo stati lì tutto il pomeriggio per provare a riprodurre il dolce scelto. Siamo partiti con l’acquisto degli ingredienti che sono farina, zucchero, burro, lievito di birra, zucchero a velo, uova e mele. Il primo passaggio, molto semplice è quello di unire zucchero a velo, uova e farina e formare una pallina dalla consistenza morbida, n questo passaggio non abbiamo avuto alcun problema infatti, secondo me, questo era il passaggio più semplice. Il secondo passaggio è stato quello di creare il caramello che poi sarebbe andato a ricoprire la mela, questo invece è stato molto problematico perchè a noi non è uscito il risultato sperato; questo passaggio è stata la complicazione più grande affrontata nel dolce. Il terzo ed ultimo passaggio manuale era quello di pelare le mele e formare dei dischetti che poi sarebberò stati lo strato centrale del dolce intanto dopo essere stata 1 ore in frigo abbiamo steso la pasta in una teglia e l’abbiamo infornata a 160 gradi per 80 minuti. Quando la pasta ha raggiunto un colore marroncino l’abbiamo sfornata e abbiamo messo le mele e il caramello in forno a 160 gradi per 20 minuti circa.
Il giorno seguente, con il professore Vanucchi, abbiamo diviso i dolci e tutti insieme , ricetta per ricetta, abbiamo provato a riscoprire i sapori e le fragranze che andavano così tanto nei primi anni del’900. L’esperienza è stata unica grazie alla completa diversità dalle ricette viste l’anno scorso. Come ci h fatto ben notare il professore la cucina subì un grande cambiamento; da una cucina con grande varietà di spezie e prodotti molto costosi si è passato a una cucina più semplice, ”per tutti”, un altro cambiamento è stato nelle quantità infatti le porzioni diventarono molto più piccole e decorate invece prima erano grandi porzioni dove si giudicava solo il gusto invece da quel momento si butta l’occhio anche più sull’estetica e sulla presentazione.
Il lavoro è stato organizzato molto bene in quattro parti ,la presentazione delle ricette, lo svolgimento, l’assaggio e ora la relazione.
La prima parte ,naturalmente, è stata fondamentale per capire come svolgere le ricette e in più il prof ci ha preparato degli approfondimenti su ogni ricetta.
La seconda parte è stata molto divertente perchè sono stato un pomeriggio in compagnia dei miei amici e inoltre è stato curioso approcciarsi con la vita in cucina dell’epoca storica che stiamo studiando perché fa capire molte cose sul modo in cui vivevano.
La terza parte è stata la più interessante perché solo grazie all’assaggio si può capire il risultato finale ,tutti abbiamo assaggiato le ricette degli altri e abbiamo dato dei giudizi, personalmente tra i dolci quello che ho preferito è stata la Pesca Melba. L’unica pecca durante la degustazione è stato ,a tratti, il nostro comportamento un po’ agitato per l’emozione di questa esperienza.
Ora eccomi qua a produrre l’ultima parte che può essere utile per capire meglio il lavoro svolto.
In futuro il laboratorio si potrebbe migliorare magari mettendosi tutti a ”ferro di cavalo” così che tutti ci possiamo vedere ed è più difficile distrarsi e più facile confrontarsi tra compagnia perché con la normale disposizione è difficile confrontare le idee da una parte all’altra della classe e si crea confusione.

Il laboratorio come l’anno scorso è stato molto coinvolgente e interessante e sono felice di aver partecipato perché fà capire molto sul metodo di vivere degli uomini di quel tempo e sono felice di aver partecipatoper due anni.

giovedì 2 febbraio 2017

RELAZIONE LABORATORIO DI ARCHEOGASTRONOMIA TESTA FEDERICA


Anche quest’anno, come l’anno passato, insieme al professor Vannucchi, io e la mia classe, la terza C della scuola media di Pocapaglia, abbiamo svolto il laboratorio di archeogastronomia.
Quando si parla di archeogastronomia si intende la cucina del passato; a differenza dell’anno scorso abbiamo parlato e cucinato piatti della cucina borghese del 1715-1750 e della cucina contemporanea del 1900. Abbiamo iniziato il laboratorio con una lezione di circa due ore nella quale il professore ci ha illustrato le ricette parlando anche della cucina e dei cuochi più famosi delle rispettive epoche. Ci ha spiegato, ad esempio, la differenza tra la cucina borghese e la cucina aristocratica: la prima è infatti più semplice, pratica, con meno spezie e vengono utilizzati frutti più semplici e maturi rispetto alla seconda che aveva anche dosi maggiori. Nell’epoca della cucina borghese i libri di cucina non venivano più scritti principalmente per i cuochi, ma erano destinati alle donne per usi casalinghi.
La prima ricetta proposta dal professore è il budino al limone che si trova nel primo vero e proprio libro di cucina italiana di Pellegrino Artusi: “La scienza in cucina e l’arte per mangiare bene”.
La seconda ricetta è la pesca melba di Georges Auguste Escoffier, il massimo esponente della cucina francese che creò ricette da presentare nel suo ristorante per stupire la gente.
La penultima ricetta è la tarte tatin, presa da un’antica francese e riproposta diversamente dal cuoco Paul Bocuse, considerato uno dei più grandi cuochi viventi.
La quarta e ultima ricetta è il biancomangiare alle pesche che appartiene però alla cucina contemporanea che adottava tecniche e tecnologie diverse da quella borghese.
Abbiamo avuto una settimana di tempo per cucinare, a gruppi, una o più di queste ricette. Il mio gruppo, ovvero io, Marika, Anna, Cecilia, Greta e Rebecca, ha cucinato la tarte tatin e la pesca melba. E’ stato abbastanza semplice cucinare queste due ricette in particolare la pesca melba che è una ricetta di solo assemblaggio, mentre la tarte tatin richiede più passaggi e tempo. Questa ricetta consiste in una specie di tortino che ha sopra un piccolo strato di caramello, poi ha una mela priva di buccia cotta al forno semplicemente intera senza essere tagliata e infine un biscotto di pastafrolla che rende il tutto un po’ più croccante e piacevole.
Infine, ogni gruppo ha portato a scuola la o le proprie ricette e le abbiamo assaggiate in classe dando ad esse un nostro giudizio.
Secondo me ognuno di noi si è impegnato perché i risultati sono stati buoni. Io mi sono impegnata perché questo laboratorio non lo fanno in tutte le scuole e quindi siamo fortunati che abbiamo la possibilità di farlo e poi anche perché mi piace il fatto di associare la cucina alla storia e quindi fare delle cose legate comunque alla nostra cultura generale. Mi è piaciuto di più, se proprio dovrei dirlo, il laboratorio di quest’anno perché c’erano ricette più semplici, più vicine a noi,più buone e anche più divertenti da cucinare.

Per me non c’è stato un gruppo migliore, lo abbiamo fatto tutti a egual modo anche se non so come ognuno abbia collaborato all’interno del proprio gruppo, ma dati i risultati credo che ci sia stato abbastanza impegno da parte di tutti.
Archeogastronomia  di Cecilia Messa
Giovedì 19 gennaio io e la mia classe abbiamo cominciato il progetto scolastico 'archeogastronomia' che consiste nel cucinare i cibi che si consumavano in una certa epoca della storia.
Il professore ci ha dato delle informazioni sulle delle ricette , che poi noi andremo a cucinare.
Una delle prime cucine di cui abbiamo parlato è quella borghese; nata in Francia tra il 1715 e il 1790 con l'emergere della classe borghese. È principalmente incentrata sulla carne , si utilizzano alimenti freschi e salse, ma si utilizzano poche spezie. Le ricette non venivano più scritte per i cuochi ma per le donne di casa , le quali avevano bisogno di ricette semplici, poco impegnative e veloci da cucinare. Pellegrino Artusi scrisse uno di questi libri che parla , per la prima volta, di cucina italiana e riscuote molto successo. Una delle frasi celebri citate dal cuoco è ' La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene'.
In francia Georges Auguste Escoffier trasforma la cucina degli imperatori ; anche lui scrive ma, al contrario di Artusi, ai cuochi del suo ristorante.
La seconda cucina di cui abbiamo trattato è quella futurista, che si è sviluppata all'inizio del Novecento legata alle idee del futurismo. Le ricette tipiche sono: le arancine di riso create da Clemente Gabriele, l'antipasto intuitivo di Elena Penarese e il carneplastico.
Il terzo argomento è stata la cucina contemporaneacerca che cerca ritornare alle ricette regionali ma inventando nuovi piatti e sapori diversi.
Un nuovo tipo di cucina è quello molecolare dove la scienza viene applicata anche sui fornelli. Alcune ricette sono : la sferificazione inversa e il caviale di aperol. Abbiamo visto dei video su questo argomento e ho notato che si impega molto tempo a cucinare le ricette di questo tipo di cucina.
Naturalmente la parte più divertente per noi alunni è stata cucinare. Ci siamo divisi in gruppi , che abbiamo deciso noi. Io, Marika, Federica, Anna , Greta e Rebecca ci siamo divertite a cucinare la pesca melba e la tarte tatin. Riuniteci a casa di Marika ci siamo messe subito al lavoro. Abbiamo preparato subito l'impasto per il biscotto della tarte tatin sciogliendo 100 g di burro a bagnomaria mescolando con la frusta, lo abbiamo lasciato raffreddare e aggiungendo un pizzico di sale, farina ,lievito, uovo sbattuto e impastando. Dopo aver fatto una grossa palla di pasta l'abbiamo messa in frigo per un ora. Mentre la pasta riposava ne abbiamo approfittato per cucinare la pesca melba. Abbiamo messo delle pesche sciroppate dentro una ciotola, le abbiamo accostato del gelato e sparso sopra del succo di lamponi, che abbiamo frullato noi, cosparso il tutto di scaglie di mandorle e messo il piatto in frigo.

Passata un'ora la pasta per la tarte tatin. Prima di tutto abbiamo cucinato il caramello mettendo in un piattino a secco del burro con dello zucchero. Dopo aver steso l'impasto abbiamo fatto tanti cerchi aiutandoci con un bicchiere. Per l'assemblaggio di tutto abbiamo utilizzato delle piccole coppete mettendo sul fondo del caramello, in seguito la mela e abbiamo infornato tutto a 160 gradi per 30 o 40 minuti. Dopo che la mela è cotta gli abbiamo aggiunto il disco di pasta e abbiamo rinfornato per due minuti. Il risultato ci ha soddisfatte e credo che anche al prof non sia dispiaciuto quando, tutti insieme abbiamo assaggiato i piatti che gli altri compagni avevano fatto. A me è piaciuto tutto , le ricette erano molto buone , tranne il budino al limone che ho trovato un po' amaro. Mi sono divertita e non ne dubitavo, vista l'esperienza dell'anno scorso. É stato interessante conosce nuove ricette e nuovi sapori, più divertente è stato farlo con degli amici. Questa esperienza mi è piaciuta e spero che il prof continui a proporla agli alunni, è un modo divertente di imparare ed un occasione da non perdere.
RELAZIONE SUL LABORATORIO DI ARCHEOGASTRONOMIA di Marika DiFede

Quest’anno, come l’anno scorso, con il professor Vannucchi abbiamo partecipato al laboratorio di archeogastronomia.
Questa attività consiste nel conoscere e poi realizzare i piatti che si cucinavano in passato. L’anno scorso i piatti proposti erano dell 1700 circa, invece, quest’anno erano dolci che si preparavano nel 1900 circa. Questi dolci erano molto più vicini ai sapori di oggi e molto più facili da preparare.
Martedì 17 gennaio il professore ha realizzato un powerpoint che descriveva la cucina del 1900. In quel periodo si iniziano a scrivere ricette non più per i cuochi ma soprattutto per le donne di casa,così diminuiscono le dosi: non si fanno più buffet con grandi portante ed enormi e ricchi banchetti, le dosi diminuiscono per 6-8 persone.
Uno dei più grandi cuochi del tempo è stato Pellegrino Artusi. Questo chef ha scritto un libro, che è il testo base della cucina italiana ed il titolo è: la scienza in cucina e l’arte di mangiare bene, manuale per le famiglie.
Un altro grande chef è stato Georges Auguste Escoffier , un cuoco francese e autore di alcuni libri. Nel 1870 durante la guerra franco-prussiana fu capocuoco al Quartier Generale dell’Armata del Reno e divenne lo chef del generale Mac Mahon. Da questa esperienza nacque un libro chiamato le Memorie di un cuoco dell'Armata del Reno.
Un cuoco che assolutamente va ricordato è Paul Bocuse. È considerato uno dei più grandi cuochi del XX secolo. Con l'edizione della Guida Michelin 2015, è l'unico Chef ad essere riuscito a mantenere 3 stelle consecutivamente per 50 anni per il suo ristorante a Collonges -au-Mont d’Or. Le ricette che il professore ci ha proposto sono: budino al limone, pesca melba, tarte tatin e bianco mangiare alle pesche. Il budino al limone è un tortino, sembra quasi un muffin, con limone, mandorle e rhum. La pesca melba è composta da: una pallina di gelato alla vaniglia o fior di latte con sopra una pesca, lamponi frullati e mandorle per decorare. La tarte tatin ha una base di pastafrolla con sopra una mela cotta. Il bianco mangiare alle pesche è una torta con pan di spagna, pesche, fragole e amaretti. Per realizzare le ricette ci siamo divisi in gruppi. Io, Greta, Rebecca, Cecilia, Anna e Federica abbiamo cucinato a casa mia la pesca melba e la tarte tatin. Ci siamo divertite moltissimo a fare le cuoche e le ricette sono state abbastanza semplici e veloci.

Giovedì 26 gennaio abbiamo portato a scuola le ricette e le abbiamo assaggiate in classe. Devo dire che abbiamo fatto tutti un bel lavoro e i piatti erano tutti molto buoni e saporiti. La nostra tarte tatin è piaciuta molto e si è staccata dal pirottino senza rompersi. Mi è piaciuta molto la tarte tatin di Martha e la pesca melba di Chiara Castagnino, Chiara Marzari e Letizia. Secondo me questo è un bel laboratorio, divertente ed originale ed è un modo diverso per studiare storia, perché il nome archeogastronomia significa storia della gastronomia, del cibo. Questa attività purtroppo si è conclusa quest’anno perché come ha detto il professor Vannucchi siamo l’unica scuola, insieme a Monticello che facciamo questo laboratorio. È stata per tutti una bella esperienza e trovo che ognuno di noi si è impegnato molto per portare a termine una buona ricetta.
Relazione sulla cucina dei dolci di Flavio Mazza

Giovedì 26 gennaio io e i miei compagni di scuola, insieme al Professor Vannucchi abbiamo realizzato il laboratorio archeogastronomico.
Lezione che è stata molto interessante, quest'anno è la seconda volta che realizziamo questo progetto.
L'anno scorso avevamo cucinato dei dolci più antichi, mentre quest'anno abbiamo realizzato dei piatti vecchi di qualche anno ma comunque abbastanza vicini alla nostra generazione, infatti molti dei piatti che ci sono stati consigliati di fare molti vengono ancora cucinati in varie pasticcerie e ristoranti.
Ci siamo divisi in gruppi a nostra scelta, a differenza dall'anno scorso i gruppi erano di meno, ma erano formati da più persone.
Una volta fatti i gruppi dovevamo solo più scegliere quale dolce cucinare, potevamo scegliere tra ben quattro dolci, potevamo farli anche tutti o farne anche solo uno. I dolci che ci sono stati consigliati dal prof erano: il budino al limone, le pesche melba, la tarte tatin e il bianco mangiare alla pesca.
Essendo stati dei dolci abbastanza vicini alla nostra generazione non era stato difficile trovare i vari ingredienti.
Io ero in gruppo con Emanuele, Nicolò, Lorenzo, Federico e Gabriele Mollo.
All'inizio è stato abbastanza difficile metterci tutti d'accordo, ognuno voleva fare un dolce diverso, eravamo partiti con l'idea di fare due dolci, la tarte tatin e il bianco mangiare, ma poi per mancanza di tempo ne abbiamo fatto solo uno ovvero la tarte tatin.
Abbiamo cercato di organizzarci il meglio possibile, ognuno doveva portare qualcosa, lievito, pesche, zucchero e così via...
Il ritrovo era a casa di Emanuele, abbiamo fatto foto e varie riprese mentre cucinavamo, tra una risata e l'altra avevamo finito e si era anche fatto abbastanza tardi.
Il giorno dopo era il migliore della settimana ovvero giovedì, c'erano tantissimi dolci, c'era di tutto, eravamo tutti ansiosi di iniziare.
Abbiamo preparato la classe un po' alla buona, piatti, bicchieri e forchette.
A fine giornata io, come tanti altri miei compagni, penso tutti, siamo rimasti molto soddisfatti, si vedeva l'impegno da parte di tutti.
Ogni dolce più buono dell'altro, ognuno di noi aveva un foglio per dare una valutazione a ogni piatto dei vari gruppi e i voti dati dai compagni erano tutti positivi, l'unica delusione è stata per il nostro dolce, purtroppo non era venuto come volevamo noi, era bruciacchiato e il gusto non era dei migliori.
Gli altri invece erano tutti molto buoni c'erano cibi per tutti gusti, dolci normali e gelato.

Alla fine però è stato molto divertente sia cucinare che assaggiare, peccato solo che questo sia l'ultimo anno che lo realizziamo, perchè purtroppo poi il prossimo anno andiamo alle superiori, spero solo che le classi che faranno questo laboratorio si divertiranno tanto quanto noi. 
RELAZIONE ARCHEOGASTRONOMIA di Letizia Fissore, Chiara Marzari e Chiara Castagnino

Anche quest'anno il professor Vannucchi ci ha fatto fare il laboratorio di archeogastronomia, che consiste nel preparare delle ricette del passato e quest'anno tra le possibili scelte c'erano il budino al limone, la pesca melba, la tarte tatin e il biancomangiare alle pesche. Questo progetto viene svolto singolarmente o a gruppi e io ho collaborato con le mie compagne Chiara Marzari e Chiara Castagnino e insieme abbiamo scelto di preparare tutte le ricette tranne il biancomangiare alle pesche perchè non ci ispirava molto. Gli ingredienti sono stati molto facili da trovare anche perchè non c'è n'era nessuno di particolare e quindi in un supermercato comune abbiamo trovato tutto.
Per prima cosa abbiamo fatto tarte tatin, iniziando dalla pasta brisè per la base e una volta pronta l'abbiamo messa a cuocere in forno per un po' di tempo e, mentre essa cuoceva, abbiamo sbucciato e tagliato le mele, fatto il caramello, che è stato un po' difficile perchè la prima volta era diventato una sorta di pappetta liquida perchè avevamo aggiunto burro e zucchero mentre la seconda volta ci è venuto facendolo con più zucchero e meno burro. Abbiamo messo le mele tagliate in forno, ma la cottura è stata un po' complicata perchè la ricetta diceva che dovevano cuocere per 30 minuti a 180°, ma dopo mezz'ora le abbiamo controllate e non erano pronte così le abbiamo lasciate ancora, ogni tanto controllavamo ma la situazione non era migliorata molto così le abbiamo lasciate in forno per due ore e mezza e dopo di chè le abbiamo tolte, le abbiamo assaggiate per verificare se potevamo portarle a scuola o se erano immangiabili, ma il gusto era buono e così le abbiamo portate e da quanto ho sentito mentre gli altri miei compagni le assaggiavano le hanno gradite anche loro.
Poi abbiamo proseguito nel fare il budino al limone. Per questo era necessario mettere a bollire il limone per due ore, così abbiamo chiesto alla mamma di Chiara di mettere il limone a cuocere verso mezzogiorno almeno quando arrivavamo era pronto per essere usato. L' abbiamo asciugato e frullato poi, come consigliato dalla ricetta, l'abbiamo assaggiato per vedere se era amaro e, visto che lo era, abbiamo aggiunto dello zucchero. A questo composto ottenuto abbiamo aggiunto le mandorle che abbiamo triturato, i sei tuorli d' uovo e il rum e poi abbiamo sbattuto tutto. Mentre la planetaria mescolava abbiamo montato gli albumi a neve e li abbiamo aggiunti alla 'crema' che poi abbiamo versato in dei pirottini e che abbiamo messo in forno a 160° per 30 minuti. Questa preparazione è stata semplice e anche il risultato è stato apprezzato da tutti, anche se questo tortino lasciava un retrogusto amaro, ma ciò era dovuto alla parte bianca presente nel limone.
Infine abbiamo fatto la pesca melba che è stata veramente semplice perchè le pesche sciroppate le avevamo già, il gelato alla vaniglia anche, le mandorle uguale, abbiamo solo dovuto fare la culis di lamponi che abbiamo fatto sciogliere in un pentolino con lo zucchero e che poi abbiamo filtrato per togliere i vari semi e devo dire che questa salsa era veramente eccezionale.
Noi abbiamo fatto questi dolci il mercoledì e il giovedì li abbiamo assaggiati a scuola. Devo dire che tutti quante le preparazioni erano buone eccetto forse un paio di casi in cui il caramello della tarte tatin rendeva il dessert con un gusto non gradevole. Tutti abbiamo fatto la tarte tatin mentre nessuno ha fatto il biancomangiare alle pesche.

A me questo laboratorio piace tantissimo perchè mi piacciono i dolci e poi sapere ciò che mangiavano in un' epoca in cui non ho vissuto mi incuriosisce, inoltre devo dire che ho trovato il laboratorio di quest' anno più bello di quello dell' anno scorso anche perchè magari essendo i dolci preparati più attuali di quelli dello scorso anno a me il gusto è piaciuto di più. Oggi infatti si prepara ancora la tarte tatin nei ristoranti mentre l'anno scorso avevamo fatto delle frittelle con mele e uvetta che ai giorni nostri non si sente più, o almeno, io non l' ho mai sentito. Sono felice di fare questo laboratorio e sinceramente mi dispiace pensare che l'anno prossimo non lo farò più.




ARCHEOGASTRONOMIA di Giacomo Dallorto

Anche quest’anno con il professor Vannucchi abbiamo svolto l’attività di archeogastronomia rivisitando quattro tipi di dolce di quell’ epoca.
Il professore ci ha mostrato in classe la cucina di quel tempo e ci ha fatto vedere anche alcuni video di riproduzioni di quei dolci.
Le ricette erano:Budino al limone, Pesca melba, Tarte Tatin e il Bianco mangiare alle pesche.
Per questo lavoro potevamo disporci in dei gruppi a nostra scelta, io mi sono messo in un gruppo di 3 con il mio amico Riccardo e Gabriele.
A scuola ci siamo confrontati per scegliere il dolce da fare, subito eravamo convinti per il budino al limone, ma poi ci abbiamo ripensato perché avevamo non moltissimo tempo e la cottura del limone richiedeva ben due ore.
Quindi abbiamo deciso di fare la Tarte Tatin perché ci ispirava come dolce e la preparazione non era lunghissima, allora ci siamo messi d’accordo per il giorno.
Questo dolce sarebbe originario di Lamotte-Beuvron: un piccolo comune francese nel centro dove le sorelle Stephanie e Caroline Tatin gestivano un ristorante che adesso esiste ancora sotto il nome di ‘Hotel-Restaurant Tatin’.
Un giorno una delle due sorelle mentre preparava una torta di mele si dimenticò di mettere la pasta brisè al di sotto della torta, lasciandi così caramellare le mele nel burro e nello zucchero. Per rimediare mise la pasta brisè sopra il composto e capovolse il tutto in un piatto, i clienti apprezzarono la torta che da lì prese il nome di Tarte Tatin.
Mercoledì siamo andati a casa d Gabriele visto che il dolce era da portare a scuola per il giorno dopo, quindi io e Riccardo siamo anche scesi alla sua fermata.
Abbiamo fatto pranzo, poi ci siamo riposati per circa mezz’oretta e dopo di che ci siamo messi all’opera.
Prima di iniziare abbiamo radunato tutti gli ingredienti in modo da essere sicuri che non ci mancasse nulla, poi abbiamo iniziato facendo scioglliere il burro a bagno maria.
Successivamente lo abbiamo messo in un recipiente e dopo aver pesato zucchero a velo e farina li abbiamo versati, dopo abbiamo messo un uovo sbattuto e un pizzico di sale e abbiamo mescolato.
Pian piano si è formata una palla di pasta frolla, che abbiamo steso e poi messo a cuocere.
Nel mentre abbiamo fatto il caramello con zucchero e burro fuso, poi abbiamo sbucciato delle mele e le abbiamo messe in dei pirottini sopra uno strato di caramello.
Quindi li abbiamo messi a cuocere in forno per circa mezz’ora, la pasta brisè invece era già pronta, quindi con un bicchiere abbiamo creato dei piccoli dischetti di circa 10 cm.
Successivamente abbiamo tolto dal forno le mele, quindi per ognuna abbiamo messo sopra un dischetto di pasta brisè, quindi a quel punto il dolce era finito e allora abbiamo messo il tutto in frigo per conservarsi.
Il giorno dopo a scuola abbiamo fatto un assaggio di ogni dolce e noi alunni siamo stati tipo una giuria perché abbiamo dovuto dare una valutazione da 1 a 5 per ogni dolce.
Mi è piaciuta molto questa attività anche se sapevo già abbastanza com’era perché la avevamo già fatta l’anno scorso. E’ stato comunque sempre molto interessante rivisitare la cucina borghese e provare a cucinare i piatti dell’epoca.









LA RELAZIONE
Questo laboratorio di archeo gastronomia e stato molto bello in in tanti punti diversi perché si poteva fare in copia e io lo fato ed e stato molto interessante .La ricetta fata dame e stata il budino al limone non e stato particolarmente difficile fare questa ricetta a parte nel aspettare che i limoni essendo che dovevano bollire. Poi dopo la porte in cucina a casa nostra il martedì pomeriggio noi tutti ci dovevamo riunire per assaggiare tutti i dolci che ovviamente tutti hanno fatto una ricetta e portato a scuola per l'assaggio e tutti davano un voto. Per me tutto questo che abbiamo fatto e stato molto istruttivo e sopratutto molto divertente.
 
Il budino al limone di Riccardo Lufi, classe 3D, Scuola Media Monticello